Tombolo
Hai goduto nella sera
Come meretrice di sogni
E in quel buio hai donato
Le tue viscere senza ritegno.
Sei nata alla morte dell'anima
In una strana malinconia sommersa
Di questa primavera
Ridotta all'osso di seppia
Della razionale pulsione
Di sinapsi impazzite
Resta sempre nell'ombra
finchè dura
il parto infinito di te
Ti riveli nella luce
Delle tue pupille smarrite
In ogni pensiero
che muore in un gemito
hai lasciato le sue vesti
nel lastrico ovattato
di pietre laviche
L'altare del Buddha è caduto
Lasciando spazi di eros
Incastrati in balle
di fieno oscillanti
che carezzano il tuo culo
di marmo duro
e molle farina di pane
dei forni dei tuoi avi.
Firenze 1.4.06 (Raccolta Il Vuoto)
