Tantra
La mia vita, mallo di noce,
Somigliante agli emisferi cerebrali
Dissolve le sue sovrastrutture.
Anche se l'anatomia
Non è mai stata il mio forte
Le schegge impazzite della mente
Non vanno tanto per il sottile.
Abbiamo tutti digerito per anni
Senza i succhi gastrici
E sono state più le parole ingoiate
Che quelle vomitate.
Abbiamo amato
Senza sapere odiare.
Bastava giocare e dosare,
ridere e piangere col cuore,
spaccare in due l'orgoglio,
piroettare coi piedi e le caviglie
sfiancare i fianchi
con sincopati ritmi sciamani.
La coscienza ora guarda in basso
E scorge l'estrema sintesi della luce
Diffondendo nei sensi
L'odore acuto del germe.
Firenze 1.8.06 (Raccolta Dentro il passato)
