Stupidario

06.02.2023

Strangoliamo con gusto

Tutte le foglie già morte

Lungo il sentiero d'argilla

Del nostro mondo sommerso.

E' pace fatta con i nostri pensieri

Che cadono tutte le volte

Che pronunciamo l'appello

Dei nostri nomi occulti.

Lasciamo andare il fantasma della fantasia

Che si appella alle preghiere

Dei calzini viola del vescovo di Canterbury.

La regina madre è stanca di danzare

Perché non è dervisci ed ha il ventre nobile

E il baricentro aristocratico.

State pure certi che il nostro respiro

Sarà sempre più corto

E nel mestiere di ridere di cuore

Qualcosa si spezza

Come l'aura della turbolenta estate giamaicana.

E quante volte abbiamo gridato

Contro le statuine di gesso

Del museo paleontologico e paleoegizio.

Ma non basta per salvarci dal sermone

Del monaco induista che inverte i colori

Come se fossero trote alla griglia.

E ci corre l'obbligo

Di seguire il sentiero

Delle nostre ultime dieci mosse

Come gli scacchi

Che hanno già lasciato i quadri bianchi per quelli neri,

trascurando i grigi,

perché non si addicono le mezze tinte

ai viaggiatori coraggiosi, che si offendono

se sentono parlare di perdono cristiano

e si masturbano indignati

se vedono la Maya desnuda.

Firenze 14.8.06