Ore strane
Statemi a sentire
una buona volta
Non voglio rimanere
all'ultimo banco.
No! Non voglio diventare
il primo della classe
Ma solo quello che si fa
finalmente vedere
Che può dire di esistere
e di avere una voce,
un po' femminea, forse per via
dei troppi anni trascorsi
nell'ovattato rifugio
dei testi evangelici.
Le confessioni alla domenica
Sono seri scarabocchi
Sull'anima nera come il carbone
Che la vecchia,
inventata da chi non ha mai voluto crescere,
lasciava con studiata perfidia
sotto il mio letto alle 5 del mattino.
Ho un scatto di orgoglio,
alzo il capo oltre il mezzogiorno
e tendo verso le 3 del pomeriggio.
Ma a quell'ora la campana della scuola
Mi avrà già svegliato dal torpore
Del teorema di Pitagora.
E sarà di nuovo pia preghiera al vespro
E giaculatorie sui cattivi compagni di strada
Con cui ho giocato alla "guerra" per anni
Stando sempre dalla parte della legge
Quella degli uomini o di altre amenità sacre.
Dovrò fare più ore di religione
E recitare molti pater noster,
nel cantuccio del mio angolo preferito,
proprio sull'uscio di casa.
Peccato che sul muro ho appesa
non l'icona del santino personale
ma una blasfema cosmogonia indù!
Firenze 23.8.06 (Raccolta Dentro il passato)
