Memorie zelanti
Ho cavato
Dal vetro di cristallo
A forma di bicchiere
Due gocce di sudore
Raccattate in un arenile
Della vecchia Romagna
Dove ho bagnato il mio corpo
randagio malato di altitudine.
I chiodi hanno appeso al muro
Le mie ghiandole sudoripare
Spremendone l'afrore succulento
Come acini d'uva
Qualcuno sta estirpando erba
Dal proprio giardino
Per non lacerarsi l'anima
Col trincetto degli alberi da frutto.
Io girovago della tristezza
Ho stretto fianchi sinuosi,
nelle discoteche di paese
Trattenendo il fiato
Per non morire dalla voglia
Quando il sangue mi saliva alle guance
E il cuore mi usciva dalla labbra
E' l'ora della rivincita, ragazzi,
abbandonatevi alla voglia del fare.
Firenze 26.6.06 (Raccolta Il Ditale di vetro)
