La stanza delle donne
Ho bevuto il succo amaro
Delle foglie di tamarindo
Macerato alle intemperie
Del monte Sinai.
E l'Arca è scivolata sotto il letto
Delle mie sorelle di sangue.
Lunga la memoria e troppo breve
Il respiro tra i capelli
Ora miei, ora tuoi, ora di nessuno.
Vecchi calzari per soffrire
Come nei nuraghi e nei dammusi
La calca delle vespe impazzite.
Gli angeli dai piedi scalzi
Hanno battuto a lungo la polvere
Suonando le loro ali
Come cornamusa scozzese.
Da qualche parte c'è voglia
Di strappare i veli
Ma il vecchio amante greco
Ha detto che le ore piccole
Sono di gran lunga le migliori
Ed io sono la brutta copia del libertino
E brucio le tappe della mia rivincita.
Dove andiamo stasera?
Nel mondo dei sogni
C'è il divieto d'accesso!.
Firenze 30.6.06 (Raccolta Il Ditale di vetro)
