La mia voce

08.02.2023

Avrei voluto provare

I calzari di mia madre

Per capire come la natura

Distingue la specie,

ma non l'ho fatto

e per questo ora ho preso la mia strada.

Vigilanza o sudditanza,

intrigo senza legacci

influenza senza virus.

Se questa credenza potesse parlare!

E' stata verniciata dieci volte

Da mano esperta e pignola

Perché il legno invecchiasse

Senza morire di tarli.

Carte colorate come seconda pelle

Fissata da chiodini d'ottone,

che mi diverto a staccare

con l'unghia del dito pollice.

Per anni mi sono dannato l'anima

Per capire perché fossi lì tutte le sere

Ad ascoltare il dialogo delle carmelitane

O la sesta sinfonia di Beethoven,

sta di fatto che la sveglia

ticchettava tra le pause di silenzio

e il ronzio dei mosconi;

come nei sabati pomeriggio

ma con pause di silenzio più lunghe.

Qui rischio la catatonia

E allora mi butto su pensieri arditi

E sguardi indiscreti

Lanciati da auto in corsa

E, nelle notte insonne,

immaginare "cose da adulti"

Firenze 26.8.06 (Raccolta Dentro il passato)