La cena
Mi piace scivolare
Sotto il tavolo
E guardare le intimità
Di chi circonda
La mia noia deviata.
Stribolano le scuole di pensiero
Intorno alla mia lucida ironia
Strutto e milza di bue
La cena dei caprioli cotti a vapore
Con tanto di vino rosso d.o.c.
Ma che sia di marca
Se no che figura si fa con gli amici?
Storie di bizzarrie e stronzate colossali
Intorno a un purè scotto
E quattro tipi di marmellata biologica.
E a chiudere tra risate isteriche
E isteriche proteste
Con un bagno nelle bollenti tisane
Per la regolarità intestinale!
Quanti di voi pensano ciò che dicono
E dicono ciò che pensano?
Nelle teste marce
Stanno quattro uova al tonno
E uno spruzzo di bignè alla crema.
Ma è più dolce immaginare notti
Dannate e scontate
Piuttosto che dormire
Tra lenzuola stazzate e bulbi di garofano,
dove anche il cane emotivo e lunatico
rifiuta di appoggiare la sua rabbia.
Anche se il tempo lo ha reso stabile
Come un tentativo di stupro andato a male.
Hanno provato a chiamarlo Alien
Ma la galassia ha strizzato le voci
Sotto il portico a mezzanotte
E la finestra ha strinato il gatto
Sottraendolo alla carezze del buonista di turno.
Ho riflettuto a lungo nello specchio
Della camera piena di mosche
E mi sono detto
Fermiamoci all'uscio e buonanotte!
Firenze 27.7.06 (Raccolta Il Ditale di Vetri)
