Il domestico strambo
Infilo la testa nel fondo del sottofondo
E un ronzio mi taglia
Le orecchie con acuto mordente
Di acqua ragia.
E, spit-splot!
I faretti mi saltano
Intorno alle guance
Come grilli impazziti
Ho messo su legni per anni
E ho consumato le mani
A carezzare chiodi senza testa
E lumi senza petrolio.
Venghino signori
A mirare l'opera suprema
C'è tanta aria e luce
Dicono gli esperti
In materia cerebrale
E i fasci tornitori
Bruciano nel forno nuovo.
"Ora si che le torte vengono bene!"
Va di moda il "feng-shui"
O come cavolo di chiama,
o per essere più eleganti
"en plain air", il vedo tutto
e il contrario di tutto.
Sottovesti dignitose e vertiginose
S'aggirano per le stanze troppo strette
E tentano il vecchio puttaniere
Di turno che dorme nell'angolo
E che sa di strutto e soda rancida.
Vieni e calpesta con dignitosa
Soavità questo ventre molle,
mentre ci facciamo una birra
da 6 gradi centigradi!
E voilà, siamo nel letto
Di Damocle ma senza La sua spada
Potrebbe pungerti il culo.
Firenze 23.6.06 (Raccolta Il Ditale di vetro)
