Gergo dei dannati
Ho contemplato il forbito piglio
Dei miei versi scritti con il sangue
Di una zanzara che molestava
Le poppe della donna cannone.
E sulle raffiche di sabbia
Dentro le narici stupite
Di tanta stupidaggine suina
Ho inventato la pelle del leopardo
Ricucendola per te che scoppi di salute
E di santa benedizione dei papi.
Me ne verrò come una banda di lupi
Lungo il percorso
Delle tue tamerici inaridite
Per mordere il freno dell'impazienza
E dialogare con le vene al mercurio cromo.
Bella e siderea la via lattea
Mi batte sul collo
Quasi a soffocarmi la febbre da fieno
E il segno del LEONE riproduce
In piccolo schermo
Le mie speranze di essere
Quattro volte più grande
Di un film di Scorsese.
La litania delle nonne
Ha perso lo smalto
Della vecchia ruggine
Dei canterani martellati
Da artigiani di vecchio stampo
E dirimere le chiacchiere
Davanti alla tavola di olive fumanti e amare
Ubriacati dai fumi dell'aperitivo analcolico
È stato il divertimento di questa estate
Aldilà di quanto si creda
È stato meglio del tormentone di te.
Firenze 22.6.06 (Raccolta Il Ditale di vetro)
