Foglie rosse
Scorrono con lentezza
Le giornate d'inverno
Come le carezze lesinate
Dalle tue mani magre e fredde.
Tra le mie stringo poche certezze,
balli rubati allo studio,
fughe sotto la pioggia
scoprendo che l'acqua
può anche non bagnare più.
C'è chi vuole comprarmi l'anima
Per quattro soldi
Ma torna la paura
E non gliela vendo.
Riprendo a viaggiare da solo
Tra facce annoiate
E vecchi prossimi alla morte.
Non c'è angoscia in questi momenti
Ma un senso di essere nelle cose
come un cucchiaio che affonda
nel brodo bollente.
Poi l'ebbrezza della ribellione
Nelle mattine di protesta
Scandite di slogan e false promesse.
soprabiti lunghi per nascondere la colpa
Di essere dell'altra parte.
Porto a spasso la mia violenza
E ne faccio un alibi per chi scuote il capo,
i "bempensanti" evitano accuratamente
I cortei a rischio e le cariche annunciate.
Gli stessi che scelgono i giornali rosa
Della domenica,
Utili solo ad avvolgere frutta di stagione
E l'oro degli avi di famiglia.
Tintinna il bicchiere e ogni colpo
annuncia il cambio di piatto
E la catena non si misura
Si dispiega in tutta la sua
drammatica ineluttabilità.
Letture proibite lasciate a vista
E il rauco dilettante di canto
Che imposta note
Di un'improbabile canzone.
Divoro croste di pane duro
Rubandole alla madia del pane
È il mio solo difetto di adolescente
Nasce la prima parte del mio romanzo
E tra le righe si indovina,
Il senso della vampa che stride sul ceppo
Il profumo di ragù nella cucina di famiglia.
Sinfonie di uccelli
Come in un sogno di mezza estate
Che non intonano il sol maggiore
Ma spaccano il buio
Come una lampada a cherosene
Alimentata dagli spettri
di una stirpe di perdenti.
Non sento nemmeno la notte sulla pelle
Perché prevale il sonno
E l'educazione dei padri
Prescrive il ritiro prima del buio
Che, a fare l'alba, si finisce
Nel calderone dei dannati.
Firenze 8.8.06 (Raccolta Dentro il passato)
