Foglie rosse

08.02.2023

Scorrono con lentezza

Le giornate d'inverno

Come le carezze lesinate

Dalle tue mani magre e fredde.

Tra le mie stringo poche certezze,

balli rubati allo studio,

fughe sotto la pioggia

scoprendo che l'acqua

può anche non bagnare più.

C'è chi vuole comprarmi l'anima

Per quattro soldi

Ma torna la paura

E non gliela vendo.

Riprendo a viaggiare da solo

Tra facce annoiate

E vecchi prossimi alla morte.

Non c'è angoscia in questi momenti

Ma un senso di essere nelle cose

come un cucchiaio che affonda

nel brodo bollente.

Poi l'ebbrezza della ribellione

Nelle mattine di protesta

Scandite di slogan e false promesse.

soprabiti lunghi per nascondere la colpa

Di essere dell'altra parte.

Porto a spasso la mia violenza

E ne faccio un alibi per chi scuote il capo,

i "bempensanti" evitano accuratamente

I cortei a rischio e le cariche annunciate.

Gli stessi che scelgono i giornali rosa

Della domenica,

Utili solo ad avvolgere frutta di stagione

E l'oro degli avi di famiglia.

Tintinna il bicchiere e ogni colpo

annuncia il cambio di piatto

E la catena non si misura

Si dispiega in tutta la sua

drammatica ineluttabilità.

Letture proibite lasciate a vista

E il rauco dilettante di canto

Che imposta note

Di un'improbabile canzone.

Divoro croste di pane duro

Rubandole alla madia del pane

È il mio solo difetto di adolescente

Nasce la prima parte del mio romanzo

E tra le righe si indovina,

Il senso della vampa che stride sul ceppo

Il profumo di ragù nella cucina di famiglia.

Sinfonie di uccelli

Come in un sogno di mezza estate

Che non intonano il sol maggiore

Ma spaccano il buio

Come una lampada a cherosene

Alimentata dagli spettri

di una stirpe di perdenti.

Non sento nemmeno la notte sulla pelle

Perché prevale il sonno

E l'educazione dei padri

Prescrive il ritiro prima del buio

Che, a fare l'alba, si finisce

Nel calderone dei dannati.

Firenze 8.8.06 (Raccolta Dentro il passato)