Fiore di cactus
Vecchi balconi di rose,
hanno accolto per anni
lo sguardo perso
nella catatonia di una noia
da balaustra.
I sentimenti antichi si legano
ai ricordi come il fiore di un solo giorno
Dischiude e subito muore.
Smorzo la luce, con flemma,
per non turbare le ombre
che mutano in chiarore.
Non lascerò che il piacere
Svanisca dai volti già persi
Tra le foglie di fico affogate
Nel fango dell'autunno.
Lascio la malinconia ai sogni
E la pelle trasparente ai gechi
Incollati alle pareti impregnate
D'infanzia
Le mollette da bucato
Scivolano sui mattoni di casa
a simulare giochi,
ore di pura fantasia spremuta
come i succhi di limone a mezzo dì
Lascio scegliere alla gatta
Cosa farne del fatidico gomitolo,
tanto è morta, trascinando la zampa destra,
per non si sa quale malore,
dopo aver suggerito la cabala dei numeri
saltando oltre il fosso
della profonda emozione animale.
Ancora una sua foto a parete
Aggrigia controluce.
Firenze 29.8.06 (Raccolta Dentro il passato)
