E stiamo a vedere
Blando liquore come l'anicetto
Delle damine del 700
così si può definire il fluire di ore
In un giorno di mezza estate
con una storia poco credibile
Di immigrati policarbonati
di sodio e di potassio.
Alla faccia della bionda
che ha il fuoco nelle vene,
e vuole alimentarsi bene
e ogni tanto, corre voce,
che voglia rimanere
sola con i suoi pensieri.
Abbiamo fatto
il dispettuccio quotidiano
Ed ora ci sentiamo dei leoni,
senza segno zodiacale
ma che importa io intanto sono una tigre,
maschio per giunta e pronta a incazzarsi.
Ma sì! Lasciamo che le onde d'urto
Dei nostri bagagli mentali si occupino delle faccende
Di casa nostra. E la morale, questi signori,
la vadano a fare ai galeoni spagnoli
stracolmi di schiavi neri.
Chissà dov'è quel poveretto che si dispera
Dietro la propria impotenza
Che non è quella coeundi, Anzi!
Ma forse è peggio.
Cosa avrà mai distrutto stavolta
Per provare la forza del suo amore
Che sa di braciole riscaldate
e di crauti amari.
La bambola di pezza
è tornata a risplendere di pelle umana
L'ha tolta alle bambine
che le hanno pianto addosso
Nei momenti di disperazione
Che "nessuno ha mai compreso".
Facciamola finita con le barzellette
psicoanalitiche
Il fatto è serio e serve un drastico rimedio
Tutti nelle cave di marmo
E vediamo chi è più depresso!
Firenze 24.8.06 (Raccolta Il Ditale di vetro)
