Dio denaro
Resto a guardare un campo arato
covoni di grano sparsi e arrotolati
nel loro profumo di paglia tagliata
ascoltando il canto di voci lontane
troppo stridule e agitate.
La serenità della valle è mutata
in sordo rumore, e la nebbia sottile
in fumo di cantieri.
Tremulo un lago tranquillo mi specchia
con tutta la pace che può strappare
a questa terra senza più grano,
senza più contadini.
Brilla il tramonto tra i larici
e si diffonde come ombra
sulla bocca del fiume che si slarga
verso l'azzurro del cielo riflesso.
Nell'anima un senso di commosso
rimpianto, per qualcosa di perso e ritrovato.
Il nuovo idolo è laggiù in quel grumo umido
di case confuse, e decide il destino
di tutti noi: il danaro
17.7.09 (Raccolta Il Percorso)
